L'Aloe vera (sin.Aloe barbadensis Miller) è una pianta succulenta della famiglia delle Aloeacee che predilige i climi caldi e secchi.
È una pianta autosterile, si riproduce perciò solo con l'impollinazione incrociata, in quanto i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano tra loro. La moltiplicazione dell'aloe avviene per seme o per divisione dei polloni che si formano alla base della pianta.
L'uso dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme
di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un
gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge "... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da questa osservazione di archeo-botanica si evince la conoscenza da parte degli Assiri della pianta e di alcune sue proprietà, e il loro impiego della varietà di aloe barbadensis Miller, meglio nota come Aloe Vera.
L’aloe tollera bene la siccità, è adatta per la coltivazione su scarpate esposte a sud o in zone aride.
L’aloe difficilmente resiste a temperature inferiori agli 0°; le
temperature ideali per la sua crescita si aggirano intorno ai 20/24°. Il
terreno migliore è sabbioso, tre parti di sabbia e una parte di normale
terriccio da giardino; un fondo di argilla è da porre sul fondo del
vaso per consentire il drenaggio. Non mettere sottovasi altrimenti si
creerebbe un ristagno che l’aloe non sopporta.
E’ necessario bagnarle molto in estate e primavera (da marzo a novembre
una volta alla settimana, da novembre a marzo una volta al mese). Si
rinvasa ogni anno, in primavera, aumentando via via le dimensioni del
vaso. L’aloe non ha un apparato radicale importante, è
quindi preferibile scegliere un vaso più largo che profondo e con
adeguati fori per il drenaggio. E’ necessario stare molto attenti alle
malattie, quali il “mal bianco”: una patina bianca sulle foglie che
bisogna eliminare con zolfo ramato. Se l’aloe viene piantata per uso medicinale è
necessario lasciarla all’aperto perché il sole sviluppa le sue
proprietà, che altrimenti sarebbero ridotti del 50%.
piccolissime piantine di aloe vera (sono due nella foto giù)
aloe vera - fiori
Curiosità
Per
i portoghesi l'aloe si chiama babosa perchè il
caratteristico liquido che sgorga dalle sue foglie recise è simile alla
bava (baba) che fuoriesce dalla bocca del bue quando è
intento a masticare granoturco o radici di manoica.
Nell'antico
Egitto la fase finale del complicato processo di
mummificazione consisteva nella preparazione di una miscela di
bitume, mirra, aloe e zafferano, balsamo e altri aromi di consistenza
cerea e colore bruno o nero usata per spalmare il corpo del defunto.
Dalle
foglie di Aloe perfoliata, una varietà diffusa
specialmente nelle indieoccidentali si ricavano fibre bianche assai
flessibili (la cosiddetta canapa d'Aloe) utilizzate dalla
popolazione locale nella produzione di tessuti e stoffe grossolane.
Un piccolo esperimento serve per chiarire questo concetto: se si taglia con un coltello una foglia fresca di aloe, si vede con quanta rapidità la pianta guarisce se stessa.All'inizio della rottura si forma un essudato che, dopo qualche minuto, si trasforma in una nuova pellicola cicatrizzante la ferita stessa. La proprietà di rigenerazione è mantenuta anche da foglie conservate in un luogo fresco (2-3°) per 10 giorni.
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